La rosa di serra: fiaba illustrata

L'autrice di questo lavoro è Francesca Santucci (Italia).

“Sono una scrittrice, e mi diletto anche con la pittura e con il digitale, illustrando personalmente alcune mie fiabe. Per caso mi sono imbattuta in un vostro programma (ma vorrei provarli tutti!), AKVIS Sketch (scaricato in versione prova), che ho trovato estremamente creativo, versatile, capace di offrire straordinarie soluzioni "pittoriche".
Entusiasta, partendo da una composizione digitale eseguita con Corel Photo-Paint 11, combinando gli effetti disegno+tela, ho illustrato una mia fiabina, "La rosa di serra", che vi mando.”

 

Francesca Santucci, napoletana, poetessa e scrittrice, è stata premiata in concorsi sia di poesia che di narrativa. Ha all’attivo diverse pubblicazioni, in poesia e in prosa, prefazioni, recensioni ed articoli giornalistici; è presente con poesie e racconti in antologie collettive e raccolte multimediali.

 

LA ROSA DI SERRA

testo e illustrazioni di Francesca Santucci

E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa
che ha fatto la tua rosa così importante.


(da "Il piccolo principe", Antoine de Saint-Exupéry)

 

Un giorno di febbraio un giardiniere scoprì nella sua serra, dove coltivava rose bellissime dagli intensi profumi, dalle mille sfumature e dalle infinità varietà, scarlatte e rosa tenui, lilla e madreperlate, bianco crema e rosso ciliegia, rame e arancio, grandiflora e ad alberetto, rampicanti e da taglio, seminascosto tra le erbacce spontanee, un fiorellino selvatico.

Giardiniere

Era fragile, umile, i petali ben serrati, d'un colore smorto e spento, non emanava alcun profumo; ormai aveva il capo chino come se agonizzasse o, addirittura, fosse già morto, ma il giardiniere lo colse egualmente perché pensò, ostinato, che se l'avesse trapiantato in un buon terreno fertile, e collocato in pieno sole, si sarebbe rianimato, e da quell' insignificante bocciolo sarebbe sicuramente sbocciato un fiore meraviglioso, e così fece.

Bocciolo

Con molta delicatezza lo sottrasse alle erbacce e lo trapiantò in un terreno ricco di humus, lo espose al sole e cominciò a coltivarlo.

Quel fiore trapiantato non faticò molto ad abituarsi alla nuova terra; nato selvatico, scoprì ben presto le piacevolezze della coltura. E il ricco nutrimento e la dolcezza delle cure del giardiniere (che, addirittura, arrivava al punto di parlargli come se fosse una creatura davvero speciale, e non un fiore tra i fiori), furono per lui linfa vitale.

E così crebbe forte e bello e sbocciò in tutto il suo fulgore; divenne una splendida rosa blu, aprì i suoi petali vellutati alle carezze del sole e si ravvivò illuminando la sua splendida corolla variegata, elargendosi in tutta la sua bellezza agli occhi amorevoli del suo salvatore.

Rosa blu

Ma un triste destino era in agguato, perché, da un giorno all'altro, le cose cambiarono; il giardiniere, ormai distratto da altri fiori, cominciò a tralasciare le sue cure, e la rosa, trascurata, fu lasciata sola ad avvizzire.

Per un po' la poverina resistette, fiduciosa che il giardiniere sarebbe ritornato a curarla e ad amarla, ma vana fu la sua attesa: il giardiniere crudele più non amava quel fiore, e non sarebbe mai ritornato.

E fu così che, in un giorno di maggio, malinconico e grigio come un giorno di novembre, la rosa cominciò a boccheggiare, ad annaspare, mancava poco, ormai, sarebbe sfiorita, ma ecco che una voce lodò la sua bellezza e una mano gentile la staccò dal ramo: era la mano dell’Angelo delle rose.

Angelo dei fiori

Le disse:

- Non temere, ti porterò nel mio Regno, laddove vivono solo le rose blu; lì sarai rosa fra le rose, e vivrai per sempre!

Allora la rosa respirò, si rianimò, e, in riconquistata bellezza, s’involò verso quel regno fatato, nuovamente empiendo dell’aria il suo profumo.

Rosa finale

 

Sketch v. 27.1 - 10-giorni di prova gratuita    Download